La corsa verso edifici a emissioni quasi zero (nZEB) ha spinto la ricerca non solo sui sistemi impiantistici, ma soprattutto…
La corsa verso edifici a emissioni quasi zero (nZEB) ha spinto la ricerca non solo sui sistemi impiantistici, ma soprattutto sull’involucro. Tra le innovazioni più promettenti si colloca il “ladrillo solar”, sviluppato in Spagna da Flexbrick S.L. e dal team di ricerca della UIC Barcelona School of Architecture.
Si tratta di un mattone ceramico che integra moduli fotovoltaici sottili al suo interno. L’idea è tanto semplice quanto rivoluzionaria: trasformare un elemento costruttivo tradizionale – il laterizio – in una superficie attiva, capace di generare energia elettrica.
Le caratteristiche principali includono:
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Modularità: il mattone può essere posato come un normale laterizio, consentendo soluzioni di facciata continue.
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Versatilità d’uso: applicabile non solo a pareti verticali, ma anche a coperture e pavimentazioni esterne.
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Estetica: mantiene la resa visiva della ceramica, evitando l’effetto “impianto aggiunto” tipico dei pannelli solari tradizionali.
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Sostenibilità: produzione energetica distribuita, riduzione del fabbisogno impiantistico e miglioramento dell’impronta ecologica complessiva dell’edificio.
L’innovazione non si limita al singolo prodotto: il mattone solare apre la strada a un approccio di Building Integrated Photovoltaics (BIPV) radicalmente più accessibile. Se fino a oggi l’integrazione del fotovoltaico è stata spesso vincolata a soluzioni custom e costose, questa tecnologia rende la generazione distribuita più democratica e facilmente scalabile.
Dal punto di vista normativo, la diffusione di materiali BIPV potrebbe incidere sul raggiungimento degli obiettivi europei in materia di neutralità climatica, facilitando la conformità alla Direttiva EPBD e alle certificazioni di sostenibilità (LEED, BREEAM, WELL).
Sul piano operativo, il “ladrillo solar” rappresenta un’innovazione capace di coniugare tre dimensioni storicamente in conflitto: funzionalità tecnica, resa estetica e sostenibilità ambientale. In un’epoca in cui il valore immobiliare è sempre più legato alla capacità di un edificio di produrre e gestire energia, questa tecnologia potrebbe ridefinire il concetto stesso di involucro edilizio.
Il mattone, da elemento passivo, diventa così generatore attivo di energia, avvicinando il settore delle costruzioni a un paradigma dove l’architettura non solo protegge e decora, ma partecipa in prima linea alla transizione energetica.