A meno di due anni dall’apertura delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, la situazione delle opere previste presenta criticità…
A meno di due anni dall’apertura delle Olimpiadi Invernali di Milano Cortina 2026, la situazione delle opere previste presenta criticità significative che sollevano serie preoccupazioni sulla capacità di rispettare le scadenze olimpiche. I dati emersi dal monitoraggio civico rivelano un quadro tutt’altro che rassicurante.
Secondo le analisi più recenti, solo il 10% delle opere risulta completato, mentre la stragrande maggioranza dei progetti si trova ancora in fase di progettazione o cantiere. La situazione più critica riguarda le 24 opere che subiranno ritardi tali da non essere completate prima del 2027, quindi dopo la conclusione dei Giochi Olimpici. Questo significa che un quarto del totale delle infrastrutture previste non sarà disponibile durante l’evento sportivo.
Il valore economico delle opere che si annunciano incomplete è pari a oltre 1,4 miliardi di euro, cifra che rappresenta circa il 40% dell’intero budget infrastrutturale. Tra le strutture più problematiche spicca il Cortina Sliding Centre, per il quale il Comitato Olimpico Internazionale ha già espresso preoccupazioni sui tempi di consegna, con il rischio concreto di dover ricorrere al Piano B di St. Moritz.
Le associazioni promotrici della campagna Open Olympics 2026 denunciano non solo i ritardi strutturali, ma anche la scarsa trasparenza nella comunicazione dei progressi. Nonostante le rassicurazioni ufficiali di Simico, società responsabile delle opere, che sostiene come tutti i cantieri procedano secondo cronoprogramma, i dati sul campo raccontano una realtà diversa.
Particolarmente critiche risultano le infrastrutture di accessibilità, con il Pala Italia di Santa Giulia che presenta ritardi significativi proprio negli interventi necessari per garantire l’accessibilità durante i Giochi. Questa situazione compromette non solo l’eredità post-olimpica promessa, ma rischia di trasformare Milano Cortina 2026 in un evento caratterizzato più da cantieri aperti che da infrastrutture funzionanti.