Appalti
Rapporto ANAC 2025: appalti in crisi tra ritardi PNRR, affidamenti diretti e sicurezza in cantiere

La relazione annuale dell’ANAC, presentata al Parlamento nell’aprile‑maggio 2025, offre uno spaccato allarmante sullo stato degli appalti pubblici in Italia….

La relazione annuale dell’ANAC, presentata al Parlamento nell’aprile‑maggio 2025, offre uno spaccato allarmante sullo stato degli appalti pubblici in Italia. I ritardi nell’implementazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) risultano preoccupanti: in alcuni settori, meno del 30% delle risorse destinate è stato effettivamente speso. Contestualmente, nel 2024 si registra un vero e proprio crollo degli appalti per lavori pubblici, con una flessione del 38,9% su base annua e un valore di circa 271,8 miliardi di euro suddivisi in 267.000 gare.

Un altro elemento critico è il boom degli affidamenti diretti, che nel 2024 hanno rappresentato circa il 98% degli acquisti di servizi e forniture. In particolare, l’uso sistematico di affidamenti tra i 135.000 e i 140.000 euro, appena sotto la soglia, suggerisce una pratica diffusa di frazionamento artificioso finalizzato a eludere la concorrenza. Tali modalità vengono criticate anche perché alimentano inefficienze, sprechi e potenziali infiltrazioni criminali.

A questo quadro già gravoso si aggiungono i dati sul tema della sicurezza: nel 2024 sono state registrate 1.448 annotazioni per violazioni delle norme su salute e sicurezza nei cantieri, cifra in crescita del 43% rispetto al 2023 e dell’87% su quella del 2022. La causa è spesso legata alla frammentazione dei subappalti, che rendono i controlli più difficili ed esasperano le criticità operative.

Infine, l’ANAC affronta un tema emergente: l’utilizzo di tecnologie digitali e intelligenza artificiale negli appalti. La scarsa alfabetizzazione digitale nella PA rischia di consegnare il processo decisionale a algoritmi privati, senza adeguata trasparenza o controllo.

Nel complesso, il report evidenzia la necessità urgente di interventi strutturali: rilancio della spesa PNRR, riduzione degli affidamenti diretti, rafforzamento dei controlli sul lavoro, trasparenza digitale e formazione. L’Italia si trova davanti a una scelta: continuare con pratiche opache o rilanciare la fiducia tramite riforme incisive.

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