Progettazione
Il Starching e il progetto del nuovo Campus Scientifico della Statale di Milano 

Il progetto del nuovo Campus Scientifico dell’Università degli Studi di Milano — inserito nell’ambito del Milano Innovation District (MIND) nell’area…

Il progetto del nuovo Campus Scientifico dell’Università degli Studi di Milano — inserito nell’ambito del Milano Innovation District (MIND) nell’area dell’ex Expo 2015 — rappresenta oggi un esempio paradigmatico di progettazione integrata che coniuga rigenerazione urbana, sostenibilità energetica e soluzioni costruttive innovative. In questa disamina tecnico-critica illustrerò il ruolo dello studio Starching nel raggruppamento progettuale, la catena di responsabilità progettuali ed esecutive, e gli elementi tecnici salienti (schema planimetrico, involucro, sistemi impiantistici e metodologia BIM).

Contesto urbano e obiettivi programmatici

Il polo si estende su una porzione significativa del distretto MIND e mira a trasferire i dipartimenti scientifici oggi dislocati a Città Studi in un campus compatto, articolato e connettivo. I valori programmatici dichiarati includono mix funzionale, spazi pubblici permeabili, riduzione delle emissioni di CO₂ sull’intero ciclo di vita e capacità di ospitare una comunità accademica di decine di migliaia di persone.

Imprese, committenza e rete di progettazione

La committente privata che ha assunto la gestione del masterplan e della realizzazione è il gruppo Lendlease, mentre la direzione del concept architettonico è stata affidata a Carlo Ratti Associati (CRA). All’interno della RTI di progettazione figura Starching, con responsabilità sull’architettura esecutiva e sul coordinamento generale, affiancata da Redesco Progetti (strutture), Manens-Tifs (impianti), EPTA/Emilio Pizzi (space planning) e altri consulenti specialistici.
L’importo dei lavori complessivo stimato per l’intervento è di circa 340 milioni di euro.

Strategia architettonica e composizione spaziale

Il concept generale, delineato da CRA e sviluppato esecutivamente dal gruppo, è basato su alcuni dispositivi spaziali riconoscibili:

  • una maglia di cinque corti principali attorno alle quali si articolano edifici in laterizio, come omaggio alla tradizione milanese della Ca’ Granda;

  • un “common ground” — percorsi pedonali continui che collegano i livelli e le corti, favorendo la permeabilità tra spazi didattici, di ricerca e pubblici;

  • un grande spazio centrale di aggregazione e un bacino idrico che funge sia da elemento paesaggistico sia da infrastruttura per la gestione delle acque.

Involucro e tecnica costruttiva: la scelta del mattone robotico

Uno degli elementi più distintivi è la progettazione delle facciate in laterizio, pensate come tessuti tridimensionali: ogni mattone è trattato come un pixel e posato con supporto robotico per ottenere un bassorilievo su larga scala, integrando pattern, testi e variazioni volumetriche per controllo solare e valore estetico.
Le sfide principali riguardano:

  • progettazione parametrica delle pareti per garantire interoperabilità BIM;

  • analisi termofisica dei giunti e gestione dei ponti termici;

  • tolleranze geometriche e sequenze di montaggio robotico.

Impianti, sostenibilità e obiettivi energetici

Il progetto adotta sistemi a pompe di calore, gestione integrata delle fonti rinnovabili, recupero delle acque meteoriche e criteri per certificazioni energetico-ambientali elevate. La modellazione BIM consente simulazioni energetiche dinamiche, verifica dei flussi di ventilazione e compatibilità con i requisiti specifici dei laboratori scientifici (aree a pressione controllata, sicurezza biologica e chimica).

BIM e interoperabilità progettuale

La metodologia BIM è fulcro del processo integrato, con focus su:

  • clash detection tra strutture, impianti e architettura;

  • programmazione temporale (4D) e di budget (5D);

  • gestione del facility management post-consegna.
    Fondamentale la definizione di standard IFC, criteri di LOD per disciplina e protocolli per l’aggiornamento delle librerie parametriche.

Criticità tecniche e rischi di progetto

  1. Pose robotiche del mattone: alta sensibilità alle tolleranze e ai giunti, con necessità di mock-up reali.

  2. Compatibilità laboratori: requisiti stringenti di ventilazione, carichi termici e vibrazioni.

  3. Gestione idrica e paesaggistica: implementazione di sistemi di drenaggio sostenibile e resilienza idraulica.

Il progetto del Campus della Statale in MIND, con Starching come attore esecutivo all’interno di un raggruppamento guidato da CRA e Lendlease, rappresenta un banco di prova per l’integrazione tra tradizione architettonica (matericità del mattone) e tecnologie digitali/robotiche.
Per garantire robustezza e qualità esecutiva si raccomandano:

  • mock-up sperimentali delle facciate robotiche;

  • definizione contrattuale chiara su responsabilità BIM e clash detection;

  • commissioning impiantistico rigoroso, con prove funzionali su laboratori e spazi sensibili.

 

Immagini credits: Starching (https://www.starching.it/)

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